Saremo tutti robot?
Inviato: 15/06/2022, 6:24
Una delle novità editoriali più interessanti per ragazzi del 2021 e 2022 è stata, secondo me, la collana “15 domande” dell’editore Il Castoro, curata da Pierdomenico Baccalario e Federico Taddia. La collana si propone come una specie di enciclopedia per ragazzi: ogni volume - intitolato con una domanda - si compone di 15 capitoli, intitolati a loro volta con altrettante domande (non banali, intelligenti).
In particolare consiglio vivamente di guardare il volume dedicato alla tecnologia - che si intitola “Saremo tutti robot?” - a cui ha collaborato un bravo e affermato divulgatore, Massimo Temporelli.
Sfogliando il libro se ne ricavano molte impressioni positive, sia nella parte di testo che per le illustrazioni, di qualità davvero elevata (Claudia Razzoli, vedere il suo profilo Instagram). Inoltre il libro suggerisce alcune considerazioni che riguardano la Cultura Tecnica e l’insegnamento della Tecnologia.
1) Il discorso fondamentale della Tecnologia è quello legato alle scelte da fare in rapporto all’innovazione, alle decisioni da prendere, al futuro che si vuole (o non si vuole) realizzare. Ad esempio, nel libro si affronta in modo particolare il tema della robotica e dell’intelligenza artificiale, tema di forte attualità e chiaramente proiettato nel prossimo futuro. Qualcuno potrebbe erroneamente ritenere che una divulgazione tecnologica per ragazzi di 10-13 anni (l’età a cavallo tra fine primaria e primi anni delle medie, dunque) dovrebbe evitare tematiche così delicate (quasi filosofiche) e così dense di connessioni con tanti altri campi del sapere; al contrario, il libro di Temporelli (e Razzoli) dimostra che le tematiche sono giuste e si tratta solo di organizzarle con un linguaggio e uno stile adatto all’età. D’altra parte, che i ragazzi di quell’età siano interessati a tematiche di questo tipo lo dimostrano, mi pare, anche serie TV e film di successo, così come anime e manga molto diffusi tra i ragazzi.
2) Lo studio delle ‘tecniche’, cioè del come funzionano le cose (i procedimenti logici e tecnici che rendono possibile il loro funzionamento), non è oggetto del volume di Temporelli. Come mai? Il motivo è semplice: i ragazzi sono molto più interessati alle domande sul ‘perchè’ della tecnologia (perchè il frigorifero intelligente? perchè il robot operaio? perchè la plastica biodegradabile? ecc) rispetto alle domande sul ‘come?’ e sul ‘cosa?’. Il ‘come’ e il ‘cosa’ interessano soltanto una minoranza e con riferimento a situazioni specifiche: ad esempio nel momento in cui una ragazza si interessa di panificazione o altre preparazioni gastronomiche e cerca di sapere e di capire tutto quello che le serve per raggiungere il suo obiettivo; oppure quando un ragazzo decide di assemblare il suo nuovo computer e studia approfonditamente cosa occorre e come va utilizzato. Invece l’interesse sul ‘perchè’, soprattutto quando riferito a tecnologie che stanno cambiando (o stanno per cambiare) il modo di vivere delle persone, è un interesse più generalizzato e capillare a questa età, riguarda tutte e tutti. In altre parole il libro si occupa - propriamente - di Tecnologia; e non di tecniche.
La questione non è di poco conto. Infatti la divulgazione tecnologica dominante nella scuola media è fortemente influenzata dall’editoria scolastica, cioè dai volumi di Tecnologia e di Educazione Tecnica. Questo tipo di editoria riflette un approccio del tutto opposto a quello appena descritto: porta in primo piano e attribuisce molto spazio al ‘cosa’ e al ‘come’, lasciando in ombra le questioni fondamentali, i ‘perchè’. Basta sfogliare con attenzione e occhio critico uno qualunque dei testi più diffusi di Educazione Tecnica per rendersi conto della distanza tra i due approcci. Questi ‘manuali scolastici’ risultano quindi afflitti da almeno due gravi difetti: a) offrono una visione distorta della tecnologia perchè antepongono questioni specifiche (e mutevoli) - i ‘come’ - a questioni generali e fondamentali - i ‘perchè’ - lasciate quasi sempre in ombra; b) risultano traboccanti di nozioni e di termini tecnici, quindi incredibilmente noiosi per i ragazzi di questa età, e senz’altro anche con due o tre anni in più.
In conclusione il libro di Temporelli e Razzoli si candida ad aprire una discussione importante nel settore, ancora giovane, della divulgazione tecnologica per ragazzi. Con ricadute significative sull’insegnamento della tecnologia dalla primaria al biennio delle superiori.
In particolare consiglio vivamente di guardare il volume dedicato alla tecnologia - che si intitola “Saremo tutti robot?” - a cui ha collaborato un bravo e affermato divulgatore, Massimo Temporelli.
Sfogliando il libro se ne ricavano molte impressioni positive, sia nella parte di testo che per le illustrazioni, di qualità davvero elevata (Claudia Razzoli, vedere il suo profilo Instagram). Inoltre il libro suggerisce alcune considerazioni che riguardano la Cultura Tecnica e l’insegnamento della Tecnologia.
1) Il discorso fondamentale della Tecnologia è quello legato alle scelte da fare in rapporto all’innovazione, alle decisioni da prendere, al futuro che si vuole (o non si vuole) realizzare. Ad esempio, nel libro si affronta in modo particolare il tema della robotica e dell’intelligenza artificiale, tema di forte attualità e chiaramente proiettato nel prossimo futuro. Qualcuno potrebbe erroneamente ritenere che una divulgazione tecnologica per ragazzi di 10-13 anni (l’età a cavallo tra fine primaria e primi anni delle medie, dunque) dovrebbe evitare tematiche così delicate (quasi filosofiche) e così dense di connessioni con tanti altri campi del sapere; al contrario, il libro di Temporelli (e Razzoli) dimostra che le tematiche sono giuste e si tratta solo di organizzarle con un linguaggio e uno stile adatto all’età. D’altra parte, che i ragazzi di quell’età siano interessati a tematiche di questo tipo lo dimostrano, mi pare, anche serie TV e film di successo, così come anime e manga molto diffusi tra i ragazzi.
2) Lo studio delle ‘tecniche’, cioè del come funzionano le cose (i procedimenti logici e tecnici che rendono possibile il loro funzionamento), non è oggetto del volume di Temporelli. Come mai? Il motivo è semplice: i ragazzi sono molto più interessati alle domande sul ‘perchè’ della tecnologia (perchè il frigorifero intelligente? perchè il robot operaio? perchè la plastica biodegradabile? ecc) rispetto alle domande sul ‘come?’ e sul ‘cosa?’. Il ‘come’ e il ‘cosa’ interessano soltanto una minoranza e con riferimento a situazioni specifiche: ad esempio nel momento in cui una ragazza si interessa di panificazione o altre preparazioni gastronomiche e cerca di sapere e di capire tutto quello che le serve per raggiungere il suo obiettivo; oppure quando un ragazzo decide di assemblare il suo nuovo computer e studia approfonditamente cosa occorre e come va utilizzato. Invece l’interesse sul ‘perchè’, soprattutto quando riferito a tecnologie che stanno cambiando (o stanno per cambiare) il modo di vivere delle persone, è un interesse più generalizzato e capillare a questa età, riguarda tutte e tutti. In altre parole il libro si occupa - propriamente - di Tecnologia; e non di tecniche.
La questione non è di poco conto. Infatti la divulgazione tecnologica dominante nella scuola media è fortemente influenzata dall’editoria scolastica, cioè dai volumi di Tecnologia e di Educazione Tecnica. Questo tipo di editoria riflette un approccio del tutto opposto a quello appena descritto: porta in primo piano e attribuisce molto spazio al ‘cosa’ e al ‘come’, lasciando in ombra le questioni fondamentali, i ‘perchè’. Basta sfogliare con attenzione e occhio critico uno qualunque dei testi più diffusi di Educazione Tecnica per rendersi conto della distanza tra i due approcci. Questi ‘manuali scolastici’ risultano quindi afflitti da almeno due gravi difetti: a) offrono una visione distorta della tecnologia perchè antepongono questioni specifiche (e mutevoli) - i ‘come’ - a questioni generali e fondamentali - i ‘perchè’ - lasciate quasi sempre in ombra; b) risultano traboccanti di nozioni e di termini tecnici, quindi incredibilmente noiosi per i ragazzi di questa età, e senz’altro anche con due o tre anni in più.
In conclusione il libro di Temporelli e Razzoli si candida ad aprire una discussione importante nel settore, ancora giovane, della divulgazione tecnologica per ragazzi. Con ricadute significative sull’insegnamento della tecnologia dalla primaria al biennio delle superiori.